Tra gli aspetti più sottovalutati del lockdown, che ha attraversato e sta attraversando la vita di tutti noi, vi sono le ricadute che questa situazione comporta ai nostri giovani. Ricadute psicologiche e sociali non indifferenti, che rischiano di segnare la vita dei nostri ragazzi per molti anni.
La didattica a distanza e in presenza ad intermittenza non consente ai ragazzi di ricevere un’istruzione adeguata.
La scuola, però, non ha solo un compito istruttivo, ma è anche una palestra per la vita, ha un compito formativo ed educativo molto importante: insegna a stare con gli altri, ad esprimere le proprie emozioni e i propri pareri nel rispetto delle altrui opinioni e a rispettare le regole, strumenti fondamentali per orientarsi nel mondo.
Questi compiti, però, non li assolve solo la scuola, ma anche le altre “agenzie educative”: società sportive, Centri di Aggregazione Giovanile (CAG) e Oratori.
Questa estate, finita la prima ondata della pandemia, sia l’oratorio che il CAG si sono subito messi in moto per fornire spazi e possibilità di incontro ai ragazzi, con non poche difficoltà organizzative.
Le ragazze e i ragazzi del CAG, durante questo periodo, hanno avuto la possibilità di rielaborare l’esperienza del lockdown e della pandemia: è emersa una crisi per la mancanza di socialità in presenza e un senso di invasione di campo rispetto alle lezioni a distanza, che hanno permesso alla sfera scolastica di entrare nelle proprie abitazioni.
Hanno quindi discusso e interiorizzato le norme di prevenzione e hanno capito l’importanza di co-progettare tempi e spazi in modo creativo.
Infine i ragazzi hanno partecipato ad un LABORATORIO RAP, in cui hanno messo in rima i propri pensieri.
Questi ed altri sono stati i temi affrontati all’interno dell’Osservatorio delle Politiche Giovanili tenutosi a metà ottobre, in cui educatori del CAG Geko e dell’Oratorio, assistenti sociali e professoresse della scuola media hanno raccontato come i ragazzi hanno vissuto e stanno vivendo quest’anno molto travagliato.
I nostri adolescenti e preadolescenti vivono una rottura della quotidianità, del loro equilibrio e del ritmo delle loro giornate, che provoca loro molte difficoltà.
La mancanza di luoghi di socialità e di punti di riferimento ha delle evidenti ripercussioni in una fase così delicata della loro crescita, acuisce problemi e disagi già esistenti e comporta nuove problematiche.
I ragazzi hanno bisogno di luoghi in cui esprimersi ed essere sé stessi, in cui poter capire e interpretare la situazione, discutendo delle regole e del loro significato. Una volta che hanno compreso e assimilato le regole, sono i primi a sentire la responsabilità di rispettarle e farle rispettare.
Più che in alri momenti, oggi è fondamentale creare sinergie e co-responsabilità per permettere ai nostri ragazzi di vivere la loro socialità in sicurezza e armonia.
E’ importante creare un’alleanza tra tutte le agenzie educative e gli stessi genitori al fine di dare risposte sempre più veloci e concrete in una situazione di continuo mutamento.
Considerato che ho insistito più volte (anche in altri articoli) sull’importanza di dare ai giovani la possibilità di esprimersi e di essere protagonisti e, visto che in questo periodo la loro voce è la meno ascoltata, finisco questo articolo lasciandovi la canzone “Il futuro è sabbia tra le dita” che hanno scritto, cantato e registrato i ragazzi di CAG Geko Bussero durante il Laboratorio RAP.
Il futuro è sabbia tra le dita
“Ho paura dell’ignoto di ciò che non conosco
mi sento dentro il vuoto nonostante io sia apposto,
la preoccupazione di non arrivare dove voglio
il mare tutto muove, ma io sono uno scoglio.
Mi dò degli obiettivi, a tappe li raggiungo,
l’importante è che ci arrivi, anche se il percorso è lungo.
Quando ti senti giù, non è sbagliato sognare,
ma solo con i sogni starai fermo in mezzo al mare.
Vedo che più avanti, forse la mia rabbia,
che è così opprimente, io lascerò andare
gridando a tutti quanti “usciamo dalla gabbia”,
si libera la mente smettiamo di pensare.
Un domani quando mi guarderò indietro,
spero di vedere un percorso scosceso,
guardandomi allo specchio, in uno specchio di vetro,
sarò soddisfatta di quello che vedo.
RITORNELLO (X2)
Io non camnio strada, io non cambio vita,
io sono questa qua, il futuro è sabbia tra le dita.
Orami sono partita, anche se scorre la clessidra,
ho sfidato la salita e adesso sono in cima.
Il peso delle aspettative sembra che mi schiacci,
ma nonostante tutto non lascio che mi intralci,
spezzo i suoi bastoni, la mia ruota ancora gira,
cerco di evitarlo, ma mi prende di mira.
Spero che mi spinga a tagliare i miei traguardi,
senza però lasciarmi assillare dagli sguardi.
Quagli occhi pressanti, che voglia di accecarli,
mi incitano all’odio, mi spingono ad odiarli,
ma io voglio ignorarli, lo faccio per me stessa,
continuo e vado avanti, lo faccio per me stessa.
Ne ho avuto la certezza, sorridendo di nuovo,
con la spensieratezza di chi ancora non è uomo.
Io credo in me e questo è già abbastanza,
cammino a testa alta, nessuno me la abbassa.
Continuo per la strada ignorando la massa,
sono io a tessere il filo se il futuro è una matassa.
RITORNELLO (X2)”
Il laboratorio rap fa parte del progetto Generazioni Cooperative realizzato con il sostegno della Fondazione di Comunità Milano – Città, Sud Ovest, Sud Est, Martesana onlus. La Fondazione si propone come piattaforma di partecipazione, basata sull’ascolto, e di prossimità ai bisogni del territorio. Promuove e supporta progetti di utilità sociale per rispondere, in modo innovativo, alle priorità espresse dalla collettività in ambito sociale, culturale e ambientale. La Fondazione di Comunità Milano catalizza risorse ed energie, promuove la cultura della solidarietà e del dono per una concreta filantropia di comunità che, oltre a rispondere all’emergenza sociale, possa agire per il bene collettivo e contribuire a migliorare la società nel suo insieme.
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Autore dell’articolo
Articolo scritto da Thomas Livraghi, Consigliere del Comune di Bussero per quanto afferisce alle Politiche Giovanili.
Articolo tratto dal giornale comunale “BUSSERO in VIVAVOCE“.